
Si tramanda che il Crocifisso sia stato rinvenuto in contrada Rastrello, in circostanze ritenute miracolose, da un contadino mentre arava il podere; questi si accorse che il vomero dell'aratro non riusciva ad andare avanti, poiché aveva incontrato un ostacolo.
Volendo liberarlo, scoprì che si trattava di una lastra di pietra con un grosso anello di ferro al centro.
Con stupore, dopo averla rimossa, si trovò davanti un Crocifisso al centro di una raggiera con lucerne incredibilmente accese.
In quale data collocare tale ritrovamento è difficile stabilire. La notizia più antica del ritrovamento sarebbe un atto del 1662 e quindi si arguisce che il suo ritrovamento sia avvenuto in data ovviamente antecedente.
Offrire oggetti d'oro in ringraziamento di una grazia ricevuta è una caratteristica diffusa nel Meridione e in particolar modo in Sicilia. Tra gli ex-voto, particolare attenzione merita una pallottola; si narra infatti, che durante una delle processioni, sia avvenuta una sparatoria ma che miracolosamente nessuno sia rimasto ferito e che una pallottola sia stata ritrovata nella tasca del "giubbino" di uno dei portatori.
Gli ex-voto tipici di questa festa sono le cosiddette "scocche". Esse rappresentano grandi fiori e sono usate allo scopo di attaccarvi le banconote offerte dai fedeli.
La sera, al termine di tutte le celebrazioni liturgiche nelle chiese della città, inizia la processione del SS. Crocifisso, chiamato dalla gente del luogo "U Trunu", in virtù di una macchina detta appunto "U Trunu" (il trono) che incorpora i meccanismi che consentono il sollevamento dell'asta centrale subito dopo l' uscita dalla chiesa. Il fercolo è sorretto da due "bajarde" da cento portatori.
Il SS. Crocifisso è un piccolo simulacro del Cristo, che viene ricoperto interamente di ori ex-voto donati dai fedeli nel corso degli anni, e viene sistemato su di un fercolo a spalla, con un tronco alto parecchi metri, ricoperto interamente di variopinte coccarde di stoffa e fiori.
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Ogni coccarda viene donata da un fedele come forma di ex voto o di devozione al SS. Crocifisso.
Ogni anno le coccarde cambiano per dare la possibilità a tutti di esporre la propria coccarda ed esprimere la propria devozione a Cristo Crocifisso.
Ogni anno le coccarde cambiano per dare la possibilità a tutti di esporre la propria coccarda ed esprimere la propria devozione a Cristo Crocifisso.
La figura del Cristo è situata in una sfera, collocata su un globo che simboleggia il mondo.
La devozione al SS. Crocifisso di Barrafranca è indescrivibile; tutta la gente nasce e cresce con questa devozione.
È una devozione accanita, sopratutto da parte dei giovani, che si accalcano ogni anno, anche in maniera violenta, per portare a spalla il fercolo del SS. Crocifisso durante la processione per le vie del paese.
La Madonna Addolorata e l'Urna del Cristo Morto escono dalle loro chiese di appartenenza e si avviano verso la Chiesa Madre per unirsi alla processione del SS. Crocifisso.
Una volta raggiunto "U Trunu", questo viene preceduto dall'Urna contenente il Cristo Morto, dall'Addolorata e da S. Giovanni.
Una volta raggiunto "U Trunu", questo viene preceduto dall'Urna contenente il Cristo Morto, dall'Addolorata e da S. Giovanni.
La processione del SS. Crocifisso, anziché assumere i caratteri di una processione funebre e silenziosa, come la giornata di grande lutto richiederebbe, è invece molto movimentata e chiassosa, perché la gente a volte litiga per portare a spalla il SS. Crocifisso e la processione avanza per le strette viuzze con spintoni e urlando.
La benedizione con il simulacro del SS. Crocifisso conclude la processione, poco prima del rientro in chiesa a notte inoltrata.
La benedizione con il simulacro del SS. Crocifisso conclude la processione, poco prima del rientro in chiesa a notte inoltrata.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
- Foto tratte dalla pagina facebook "Gruppo Settimana Santa a Barrafranca".